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lunedì 3 novembre 2014

Camici bianchi neri di rabbia

I neolaureati in Medicina e Chirurgia erano già abbastanza nervosetti ultimamente. Come biasimarli? Trovarsi a competere in 12mila per 5mila contratti da specializzandi non è una cosa che mette di buon umore, poco ma sicuro. Soprattutto se essere nei 7mila che restano fuori ti garantisce di non poter essere assunto da nessuna altra parte. Già, perchè in Italia, il Paese delle Meraviglie, essere laureato in Medicina non ti garantisce di poter fare il medico. Eh no, sarebbe troppo facile. Devi essere specializzato, se non vuoi passare la tua vita a fare la guardia medica o a sostituire i medici di base in caso di ferie o malattia.
All'ovvio e giustificabile nervosismo per la totale incertezza del proprio destino si è andata ad aggiungere l'angoscia per la novità dell'anno: il test nazionale. Belle le premesse su cui si basa, cioè ridurre il potere dei baroni universitari, un po' meno belle le possibili conseguenze, cioè rischiare di finire dall'altra parte dello stivale per poter avere un posto di lavoro.
Ma se già il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) aveva fatto 30, ecco che il CINECA, l'ente che prepara e elabora i test d'ingresso a Medicina e a cui è stata affidata l'organizzazione del test nazionale, ha pensato bene di fare 31. Eh si, il caro CINECA ha pensato bene di scambiare due delle tre prove del test. Mi spiego meglio. Le specializzazioni a cui un laureato in medicina può accedere sono suddivise in tre aree: Area Medica, Area Chirurgica e Area dei Servizi. Ogni candidato poteva concorrere per massimo 2 specialità all'interno di ogni area e il test si componeva di una parte "generale" dell'area scelta e una parte specifica riguardante la specializzazione per cui si concorreva. Si dà il caso che i test "generici" per l'area medica e per quella dei servizi siano stati scambiati. E gli aspiranti specializzandi si sono incazzati, Ma proprio tanto.
Il problema, a questo punto, è che chiunque rimanga fuori potrà fare ricorso sapendo di avere già la vittoria in tasca, Insomma, è come denunciare un chirurgo perché ti ha tolto il rene sbagliato:lui ha sbagliato, lui deve pagare. Tutti questi ricorsi costeranno parecchio al MIUR, senza contare che gli aspiranti specializzandi lividi di rabbia hanno già in programma una manifestazione per il 5 novembre per chiedere le dimissioni del Ministro e lo stanziamento di 12mila contratti per rimediare a questo pasticcio. Tutto questo verrebbe a costare 600 milioni di euro circa, Una cosina da nulla, insomma. Quando si dice "pagare caro un errore".