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giovedì 27 marzo 2014

Stragi animali

I danesi hanno colpito ancora. Dopo aver brutalmente ucciso e squartato un cucciolo di giraffa trasformandolo in cibo per i leoni, si sono arrogati il diritto di far sparire dalla faccia della Terra non uno ma ben quattro leoni.
Il giraffino Marius meritava di morire perché figlio di un incesto. Pare che l'incesto sia vietato negli zoo. Ovviamente è più semplice uccidere una giraffa innocente piuttosto che separare due consanguinei prima che copulino nel (vano) tentativo di portare avanti la specie.
I quattro leoni, invece, sono stati condannati a morte perché "inadatti a sopravvivere all'arrivo di un nuovo leone". Due di loro erano anziani e a quanto pare inservibili per la riproduzione, mentre gli altri due erano cuccioli non abbastanza cresciuti da poter sopravvivere da soli. Tutto questo perché tra pochi giorni un bel maschione verrà presentato alle due leonesse in età riproduttiva che lo zoo ha acquistato nel 2012. Spero con tutto il cuore che quel leone sia impotente. O gay. Anzi, meglio di no, se no ci lascia le penne pure lui.
Il capo dello zoo, al quale auguro di bruciare tra le fiamme dell'Inferno per l'eternità, anche questa volta non ha esitato nel trovare una motivazione allo sterminio di esseri innocenti. "Non c'era posto per loro in nessun altro zoo." Ah no? Beh, la prossima volta chiamami, me li porto a casa io. Brutto idiota, non bastava mettere i cuccioli e i leoni anziani in una gabbia separata in modo che il nuovo arrivato non commettesse una strage? A quanto pare anche in questo caso è stato più facile uccidere che pensare a una soluzione alternativa.
La cosa assurda è che gli zoo motivano la loro esistenza dicendo di contribuire a portare avanti le specie in via di estinzione. Molto bene. Sterminare gli animali che non sono di tuo gradimento non mi sembra un buon punto di partenza.
Se gli animali si stanno estinguendo è solo ed esclusivamente colpa nostra. E adesso facciamo finta di rimediare confinando delle povere bestie in gabbia e inventandoci regole assurde che ci portano solo a ulteriori massacri. Forse sarebbe ora di smettere di giocare a fare Dio.

martedì 25 marzo 2014

Mode a catena

C'era una volta la catena di Sant'Antonio, da fare rigorosamente per lettera. Poi ci siamo informatizzati e le catene si sono propagate virulente nelle caselle di posta elettronica. Email minatorie che auguravano le peggiori sciagure a chiunque avesse osato anche solo pensare di interrompere la catena. Racconti interminabili di persone che avevano trovato la soluzione ai loro insormontabili problemi semplicemente inviando ad amici, parenti e conoscenti la miracolosa lettera elettronica.
Poi la tecnologia si è evoluta. E il cervello umano si è inesorabilmente involuto. Così le mode sono cambiate. Di certo non in meglio.
Con l'avvento di smartphone sempre più intelligenti, la gente ha sentito il bisogno di abbassare la propria intelligenza per non far sfigurare gli aggeggi tecnologici che teneva in mano. Ed ecco che sono nate le due mode del momento.
Non mi dilungo sull'idiozia dello sfidare dei malcapitati amici a bere quantità impensabili di alcool. Mi basta dire che all'estero sono morti dei ragazzini. E in Italia non ci siamo andati tanto lontano.
La ancora più nuova e, se possibile, ancora più stupida moda del web, però, è il "sellotape selfie". Il nome deriva dalla marca di nastro adesivo più famosa del Regno Unito, la sellotape per l'appunto, e dalla parola inglese che indica le foto fatte a se stessi. Da questa mia spiegazione si deduce che l'ingrediente principale sia lo scotch. Ma usato come? Se non siete già seduti, sedetevi perché potreste non reggere il colpo.
Lo scopo del "gioco" è avvolgere la propria faccia con il nastro adesivo fino a ottenere espressioni mostruose. A quel punto un bel selfie e via su Facebook! Ovviamente il lavoro non è completo se non si nominano degli altri idioti affinché compiano la stessa epica idiozia. Vediamo quanto tempo dovrà passare prima che qualche decerebrato si soffochi con il nastro adesivo.
È proprio vero che la madre dei cretini è sempre incinta. E che certa gente è più stupida del proprio cellulare.

lunedì 17 marzo 2014

Lettera a Matteo Renzi

Caro Matteo,
mi permetto di darti del tu perchè sei giovane e tra giovani si fa così.
Mentirei se ti dicessi che mi sei sempre piaciuto o se ti dicessi che ho apprezzato il modo in cui sei arrivato a capo del Governo. Diciamo che non sono ancora riuscita a decidere se meriti la mia fiducia o no.
Ti ho sentito parlare più di una volta in televisione. Ti ho sentito promettere la rottamazione quando eri in corsa per le primarie e ti ho sentito promettere un'Italia migliore adesso che sei al Governo. Per lo meno non ti ho sentito dire che gli italiani devono stare sereni e questo mi ha rincuorato: forse non vuoi mettercelo in quel posto come hai fatto con il povero Letta.
Devo ammettere che le cose che dici e prometti esercitano su di me una forte attrazione. Tagliare gli sprechi, contrastare il "magna-magna" generalizzato nella pubblica amministrazione, eliminare il Senato. Wow. Sarebbe una bella rivoluzione per il nostro Paese stremato. Già, una rivoluzione. Sai qual è il problema, Matteo? Il problema è che io nelle rivoluzioni non ci credo più. E' brutto essere disillusi a 23 anni. Però questo è il risultato della politica degli ultimi 20 anni, tra promesse non mantenute e soldi sprecati.
L'altra sera ti ho visto a "Porta a porta". Ti ho ascoltato mentre giuravi e spergiuravi che avresti pagato i debiti che lo Stato ha nei confronti delle aziende. Debiti di cui non sapete ancora l'ammontare preciso. Hai detto più di una volta "se non lo faccio sono un buffone". Sai, in certi momenti mi ricordi quegli imbonitori da televendita. Il carisma non ti manca, questo è certo. Credo che tu sia più carismatico anche di Berlu. La domanda è: sarai un Berlu 2.0 o manterrai davvero le mille e una promessa che ti ho sentito fare?
Mentre ti ascoltavo, una parte di me voleva crederti. Ma c'era qualcosa dentro di me che frenava la mia fiducia nei tuoi confronti. E poi ho capito. Il problema non sei tu. Sono sicura che se tu potessi fare leggi e riforme a tuo piacimento rispetteresti davvero le promesse che ci stai facendo. Il problema sono quelli che devono votare e approvare le tue decisioni. Dopotutto sono gli stessi che ci hanno fatto arrivare a questo punto. Perchè dovrebbero cambiare proprio adesso?
Ti auguro di essere abbastanza carismatico da convincere quel branco di ladri che stanno in Parlamento ad appoggiarti. Anche se non so come farai a convincerli ad abolire il Senato. Sarebbe come convincere i bambini ad abolire le caramelle. Mi auguro che tu abbia imparato le tecniche base dell'ipnosi. Giusto quello ti può salvare da un fallimento inevitabile.
Io ho deciso di fidarmi. Tu cerca di non deludermi.

                                                                                                              Una giovane italiana disillusa

mercoledì 12 marzo 2014

Quote rosa

Da femmina femminista vi dico che mi avete davvero stancata. Voi e le vostre quote rosa. Mettetevele su per il naso (oggi mi sento educata). Ammetto di non aver seguito tutta la vicenda, quindi non mi è ben chiaro quali schieramenti politici vogliano le quote rosa e quali non le vogliano. Questo pone il mio pensiero totalmente libero da ideologie politiche di sorta.
Forse a qualcuno (e a qualcuna) sfugge quale sia la fregatura delle quote rosa. Il problema, cari miei, è che non me ne frega niente di avere mezzo Parlamento estrogenizzato se tre quarti delle donne elette hanno il cervello di una gallina decapitata. Con questo non voglio dire che tutte le donne in Parlamento siano delle idiote incapaci, per la carità. Dico solo che se obblighiamo i partiti a prendersi un quantitativo minimo di esponenti del gentil sesso è possibile che, pur di raggiungere la soglia, vengano prese delle donne non sufficientemente capaci.
Ragioniamoci. Supponiamo che io voglia presentarmi alle elezioni con una mia lista e che mi servano 10 donne per essere "in regola". Supponiamo anche che si presentino a me solo 5 donzelle meritevoli di partecipare al governo del Paese. Perchè dovrei prenderne altre 5 pur essendo consapevole della loro inadeguatezza? E' davvero meglio avere 5 donne incapaci piuttosto che 5 uomini validi? Il mio femminismo non arriva a questi livelli. Mi dispiace.
Già che ci siamo, ne approfitto per aggiungere una cosa che mi sta proprio qui sullo stomaco. Ogni volta che in Italia si insedia un nuovo Governo (cioè più o meno tre volte l'anno), i giornalisti si sentono in dovere di darci delle informazioni sui nuovi ministri. E fin qui va tutto bene. Sono le informazioni che vengono date che mi danno sui nervi. "Sedici ministri e otto sono donne!" Fammi capire. Perchè "otto sono donne" e non "otto sono uomini"? E soprattutto, perchè sottolineare la presenza delle donne? Non siamo persone come gli uomini? Veniamo da un altro pianeta? Abbiamo dei superpoteri? Siamo delle menomate mentali?
Se davvero in questo Paese ci fosse la parità dei sessi non sarebbe necessario sottolineare il numero delle donne che ricoprono delle alte cariche. E non venitemi a dire che non è discriminazione perchè potrei mangiarvi vivi. Se non è discriminazione, spiegatemi perchè non mi fate una suddivisione "biondi vs bruni" o "scapoli vs ammogliati" o "occhi chiari vs occhi scuri". Se non fosse discriminazione, una categoria varrebbe l'altra. No? E invece pare che l'unica distinzione che conta sia "uomini vs donne".
Chissà perchè non si distingue mai in "bianchi vs neri" o in "eterosessuali vs omosessuali". Ah no, scusate. Per un attimo mi sono dimenticata di essere in Italia. Ai neri vengono lanciate le banane e i gay è meglio se non li facciamo arrivare troppo in alto, poi magari si montano la testa e credono di essere persone come le altre.

lunedì 10 marzo 2014

I soliti ignoti

A volte, mi piace passare un'ora del mio prezioso tempo guardando l'Eredità. Presentatore simpatico, domande curiose, concorrenti preparati. Più o meno.
Recentemente il buon Conti ha apportato alcune modifiche al gioco. In particolare, il primo gioco adesso consiste nei cosiddetti "abbinamenti". Riassumo le regole per i meno informati. Il concorrente ha un minuto di tempo per completare 20 abbinamenti che possono essere di varia natura, tra cui coniugare i verbi e sapere le tabelline. E qui casca l'asino. Anzi, ne cascano decine.
Capisco che per partecipare a un quiz televisivo non sia necessario essere candidati al Premio Nobel, però non puoi neanche essere analfabeta. Capisco anche che ogni tanto ai casting qualche ignorantello lo facciano passare per fare un po' di scena. Però a tutto c'è un limite. Ci sono cose che ogni persona in possesso di una licenza elementare dovrebbe sapere.
Ovviamente, per motivi di spettacolo, i concorrenti vengono quasi sempre colpiti sul loro punto debole. Capita spesso che alle donne venga chiesto di abbinare il calciatore al suo ruolo. Qualcuna ce la fa anche, chapeau. Il problema è che, a mio parere, nessuno dovrebbe essere in difficoltà con le tabelline o con l'italiano.
Quando Conti pronuncia la parola "tabelline", il concorrente, di solito, sbianca. E quando inizia a rispondere, sbianco io. "7x8?" "42." Bravo, continua così. La maestra che ti ha promosso all'esame di quinta elementare si è appena impiccata. E non venirmi a dire che non sei portato per la matematica. Le tabelline vanno studiate. A memoria. Non c'è scusa che tenga.
Quello che ne esce peggio da questo gioco al massacro, però, è sempre il nostro povero italiano. Voglio essere indulgente e accettare gli errori nei superlativi assoluti. In fin dei conti credo che nessuno abbia mai usato il superlativo assoluto di "funereo", di "mellifluo" o di "benevolo". E voglio anche perdonare l'incapacità dell'italiano medio di discriminare un aggettivo da un avverbio. Quello che non perdono è la totale ignoranza dei modi e dei tempi verbali. I soliti ignoti: congiuntivo, passato remoto e participio passato.
La cosa inquietante è che alcuni non sanno proprio di cosa si stia parlando. "Allora, io ti dico il verbo e tu mi dici il participio passato, ok?" "Va bene." "Parlare?" "Parlai." No, tesoro. Quello è il passato remoto. Ti è chiara la differenza o ti rimandiamo in prima elementare per capirla meglio? Poi ovviamente ci sono quelli che hanno capito di che modo e tempo verbale si stia parlando ma non sanno assolutamente coniugare i verbi. Congiuntivo di sentire? Che io senti. Passato remoto di cuocere? Cuocei. Participio passato di rendere? Renduto. Complimenti vivissimi agli insegnati di italiano che ti hanno portato ad avere questa conoscenza così raffinata della tua lingua madre. Vorrei proprio conoscerli.
Fatemi un favore: prima di candidarvi per un quiz televisivo, fatevi un esame di coscienza. Se non sapete le tabelline e non conoscete la differenza tra participio passato e passato remoto, lasciate perdere. Al Grande Fratello potreste avere successo, però.

lunedì 3 marzo 2014

E' nato prima l'uomo o la prostituta?

Ci risiamo. Due baby-prostitute (14 e 15 anni) che hanno avuto la brillante idea di fare affari vendendo il proprio corpo. Hanno preso spunto dalle esimie colleghe di Roma. Per fortuna un aspirante cliente di trent'anni ha pensato bene di segnalarle alla polizia. Puttaniere si, pedofilo no.
Questa volte le ragazzine sono state più scaltre delle loro muse ispiratrici: niente mamme-maitresse che pretendessero una percentuale. Due libere professioniste del sesso. Chapeau. L'unica pecca i prezzi eccessivamente modici. Va bene che il loro obiettivo era solo potersi permettere qualche ingresso in più in discoteca e qualche vestito nuovo nell'armadio, però con prezzi così è concorrenza sleale.
Battute a parte, questa vicenda mi ha portato a fare qualche riflessione. E' inutile che ci scandalizziamo. Le ragazze e le donne un po' più "libertine" (per usare un eufemismo) ci sono sempre state. Qualcuna si fa pagare da uomini più vecchi, qualcuna si limita a regalare un po' di felicità ai coetanei. Quello che sconvolge, in questo caso, è che si tratta di ragazzine. L'altro ieri giocavano con le Barbie e oggi si fanno sbattere da persone che hanno l'età dei loro genitori. Genitori che, a quanto pare, erano all'oscuro di tutto.
Il problema di fondo, secondo me, non è che queste due incoscienti si siano date alla prostituzione. Certo, non è il massimo della moralità. Il problema sono gli uomini che ci sono andati. Di tutti i clienti che hanno adescato su internet, solo uno è inorridito all'idea di farsi una ragazzina che poteva essere sua sorella o, addirittura, sua figlia. Tutti gli altri non hanno battuto ciglio. Vorrei conoscere questi uomini e capire quale sia la loro tara mentale. Passi il sesso a pagamento, ma non con le minorenni. La mia apertura mentale ha un limite.
Il punto è che se ci sono donne che si prostituiscono è perchè ci sono uomini che sono disposti a pagarle. Si dice sempre che il mestiere della prostituta è il mestiere più antico del mondo. Beh, anche quello del puttaniere, allora. Nel sesso, come in ogni altra cosa, vige la legge della domanda e dell'offerta. Se non ci fosse un singolo uomo disposto a pagare per un po' di sesso, allora le prostitute smetterebbero di esistere. E' nato prima l'uovo o la gallina? E' nato prima l'uomo o la prostituta? Domande destinate a rimanere senza risposta.