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domenica 17 novembre 2013

Shopping maschio

Gli uomini, nel loro rapporto con lo shopping, si dividono in tre categorie: metrosexual/gay, decisi e insicuri.
Per quanto riguarda la prima categoria, c'è ben poco da dire: sono come le donne o forse anche peggio. Spendono quantitativi di denaro impensabili per comprare la polo superfirmata, il jeans all'ultima moda, la cintura edizione limitata dello stilista più innovatore che c'è. Possono risultare irritanti quando ti impediscono di entrare nel negozietto a buon mercato che ti piaceva tanto tanto, ma tutto sommato si possono sopportare.
Poi ci sono gli uomini decisi. Loro sanno esattamente cosa vogliono e quando lo vogliono. Nel senso che magari passano sei mesi senza mettere piede in un negozio, ma quando poi ci entrano battono tutti i record di numero di acquisti per ora di shopping. Entrano, vedono una cosa di loro gradimento, la provano, la comprano ed escono. Sono capaci di girare 5 negozi in 45 minuti e arrivare a casa con una decina di sacchetti. Inutile dire che con loro lo shopping non è propriamente esaltante, ma per lo meno è rapido e indolore. Breve ma intenso.
Infine, gli insicuri. Accompagnare loro a fare shopping è divertente come camminare sui chiodi. Mediamente impiegano due settimane (che diventano tre se all'insicurezza si aggiunge un po' di sana avarizia) a convincersi della necessità di fare shopping. L'opera di convincimento viene solitamente svolta dalla fidanzata, che ha anche il compito ingrato di partecipare all'impresa. Solitamente si parte con una contrattazione sul numero di capi necessari, con tanto di argomentazioni pro e contro l'avere solo 2 paia di jeans e 5 polo (di cui 3 sbiadite). A questo punto, il nostro insicuro si ostinerà a entrare in almeno 5 negozi, pur sapendo che in 4 di questi non ha mai trovato nulla che fosse di suo gradimento e mai lo troverà. Inoltre, governato da timidezza e paura di essere notato, rifiuta anche solo di prendere in considerazione tutti i colori che possono essere definiti tali: viola/rosa (troppo femminile), rosso (troppo appariscente), giallo (troppo allegro), turchese (troppo sgargiante), verde (semplicemente troppo). Rimangono quindi: blu (rigorosamente scuro), nero (il più delle volte scartato perchè troppo serio), grigio (un evergreen) e beige (non sempre apprezzato). Una volta che il 90% dei colori è stato prontamente scartato, ecco che il nostro insicuro si appresta a provare qualche capo (mai più di 3 per volta). A questo punto, bisogna tirarlo fuori dal camerino prendendolo per le orecchie perchè lui, non lo direste mai, si vergogna. Inutile spiegargli che la gente nei negozi si fa mediamente i fattacci suoi. Una volta che è stato tirato fuori quasi per i capelli, eccolo che si guarda allo specchio con aria imbarazzata e colpevole. Se lo trovassero con le mani dentro la cassa, l'espressione sarebbe la stessa. A questo punto, dopo 10 minuti di rassicurazioni per ogni capo, il nostro eroe si convince che FORSE quello che sta provando gli sta bene. E così, 4 ore e 5 negozi dopo, ecco che il nostro eroe arriva a casa con la metà di quello che aveva bisogno. Mentre la sua ragazza prende appuntamento con l'analista per superare il trauma.
(Ovviamente queste sono estremizzazioni per far sorridere le donne e, perchè no, anche gli uomini. Spero di non aver offeso nessuno, in tal caso chiedo venia.)

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