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giovedì 18 luglio 2013

Basta Xbox, meglio la galera

Il mondo è bello perchè è vario. E anche dall'altra parte del mondo la gente non smette di stupirmi con le sue stranezze.
Questa volta ci spostiamo in Nuova Zelanda, a casa di un diciannovenne condannato ai domiciliari. Oltre a costituire un peso economico minore per lo stato, i domiciliari dovrebbero essere un vantaggio per il malvivente di turno. E invece no. Questo ragazzo vuole tornare in prigione. Perchè? Perchè dopo 10 mesi ai domiciliari ha finito tutti i giochi dell'Xbox ed è stanco di stare davanti allo schermo. Non so se è più assurda la sua richiesta o il fatto che il giudice l'abbia accontentato.
Non so in quali condizioni economiche versi la Nuova Zelanda, ma a me sembra uno spreco di soldi pubblici. Per non parlare della questione del sovraffollamento delle carceri. Se in Nuova Zelanda hanno stabilito che le pene sotto i 12 mesi si scontano a casa, un motivo ci sarà.
Pare che, una volta terminati tutti i videogiochi, il ragazzo abbia chiamato la polizia per fare la sua richiesta. Mi stupisco che i poliziotti non l'abbiano mandato a quel paese. I neozelandesi devono essere molto gentili. E comprensivi. Io l'avrei riempito di insulti. E non avrei importunato il giudice per una richiesta così assurda.
Comunque, caro il mio galeotto da quattro soldi, ci sono altre cose oltre all'Xbox. Mi dispiace che tu ti annoi a stare chiuso in casa tutto il giorno, ma avevi solo da non infrangere la legge. Inoltre, ci sono un sacco di attività alternative ai videogames. I libri per esempio. Oppure potresti dedicarti a hobby più manuali. Il modellismo è un classico intramontabile. O il cake design, va parecchio ultimamente. E che ne dici di imparare una lingua? Magari l'italiano, che di solito non se lo caga nessuno. Oppure potresti ricopiare a mano la Bibbia. Un tizio l'ha fatto per sfida e ha impiegato 4 anni.
Insomma, ci sono tante cose prima di tornare in prigione dalla disperazione. Strano che non sia venuto in mente neanche agli agenti di polizia che hanno ricevuto la telefonata. O al giudice. Beh, questo mi consola. La gente che non legge e non fa altro che passare il tempo davanti a uno schermo non è un problema solo in Italia.

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